Domenico Zipoli nasce a Prato nel 1688, dove studia musica sotto la guida di Giovan Francesco Becattelli, teorico, didatta e creatore di musiche di grande chiarezza e finezza di particolari.
Nel 1707 si trasferisce per continuare gli studi musicali a Firenze e in occasione della Candelora e della festività di san Giuseppe partecipa con alcune arie alla realizzazione dell’oratorio Sara in Egitto. Poco tempo dopo lo troviamo prima a Roma e poi a Napoli a studiare sotto la guida di Alessandro Scarlatti, dal quale tuttavia, come attesta la biografia di padre Martini «scapo’ per acuta differenza». A Roma si confronta con i maggiori musicisti dell’epoca, come Bernardo Pasquini, tra i più celebri organisti del tempo e diviene anch’egli tra i più rinomati esecutori e compositori.
Nel 1716, come attestano le fonti, di dice: «partito […] con i Gesuiti per Genova per poi Siviglia di dove à stare al Paraguai».
Entra dunque in noviziato e successivamente, insieme ad un gruppo di 53 missionari, giunge a Buenos-Aires, nel Rio de la Plata; da lì arriva al collegio maggiore di Cordoba dove segue gli studi di filosofia e di teologia. Anche durante tutto il periodo di formazione dei gesuiti Zipoli manterrà la sua passione per la musica, continuando a comporre e ad essere maestro di coro e organista presso la chiesa dei gesuiti.
Già dal 1725 comincia ad aver i primi sintomi della tubercolosi, che lo condurranno alla morte il 2 gennaio 1726.
Negli archivi dell’America Latina si sono ritrovati diverse sue composizioni, che venivano suonate nelle Reduciones di San Pedro e San Pablo, e tra le popolazione dei moxos e dei chiquitos, sebbene Zipoli nelle loro riduzioni non mise mai piede. Il lavoro di Zipoli veniva diffuso da altri suoi confratelli, come Martin Schmidt, che lavoravano direttamente a contatto con gli indios, come viene attestato dal ritrovamento di partiture anche di Corelli e Vivaldi.
Domenico Zipoli fece della sua vita un inno a Dio, cercando di trovare le sue orme all’interno dei tanti mondi musicali che incontrò durante la sua breve ma intensa vita.

(Gesuiti.it)